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Storia

La storia dell’arcipelago delle Canarie va di pari passo con la scomparsa del suo popolo autoctono: quello dei Guanci. Per quanto ne sappiamo i Guanci sono i primi abitanti delle Isole Canarie.

La loro origine è per lo più incerta, ma si pensa che fossero arrivati dal continente africano (per lo più dall’Egitto) e che quindi facessero parte di un ramo dei Berberi. Ancora oggi però non si hanno prove certe sulla derivazione berbera dei Guanci. Il primo a testimoniare la presenza di queste popolazioni nelle isole, fu Plinio il Vecchio, secondo cui i Cartaginesi, durante le loro esplorazioni dell’arcipelago, si erano imbattuti in questi abitanti e oltretutto in moltissimi resti di edifici imponenti.

Da qui si può addirittura ipotizzare la presenza di un’altra civiltà precedente ai Guanci, ma purtroppo anche questa volta, la mancanza di prove tangibili nel presente ha decretato la fine di questa fantasiosa ipotesi.
E’ chiaro a questo punto che a Fenici e Cartaginesi le isole non fossero affatto sconosciute e in successione vennero scoperte anche dai Romani. Ai Romani si deve dunque il nome Canarie (sebbene non abbia un’origine chiara): la parola sembra derivi dal latino Canis, cane, e che sia stata coniata da Plinio per la presenza di grossi canidi sul territorio isolano.

Dopo la caduta dell’impero romano l’arcipelago fu tagliato fuori da ogni contatto con l’Europa! Nel medioevo dunque non troviamo significative testimonianze della storia di queste isole.
La riscoperta delle Isole Canarie avvenne solamente intorno al XIII secolo grazie ai numerosi viaggi sulla costa nord-ovest dell’Africa.

Il primo contatto dei popoli autoctoni con gli europei avvenne precisamente nel 1336 in una spedizione di una nave portoghese sotto il comando del genovese Lanzarotto Malocello.  Successivamente giunse sulle coste canarie anche Angiolino de Corbizi per conto del Re di Portogallo, Alfonso IV. Una spedizione dei catalani avvenne solo un anno più tardi. Gli esploratori prima portoghesi e poi spagnoli poterono contare su uno dei testi più importanti mai stesi riguardo all’arcipelago, ossia il De Canaria et insulis reliquis ultra hispaniam noviter repertis scritto da Giovanni Boccaccio.

In questa opera vengono descritti i Guanci e oltretutto viene analizzato anche il loro sistema di ragionamento e di comunicazione. Secondo questo testo, i Guanci parlavano lingue differenti in base alla loro isola d’appartenenza, conoscevano la navigazione ed avevano degli usi e costumi probabilmente dissimili da isola a isola! Quelli descritti da Boccaccio (abitanti dell’isola di Gran Canaria) erano privi di vestiti, ad eccezione dei capi che indossavano abiti di pelle caprina, avevano lunghi capelli biondi e sopravvivevano grazie all’allevamento e all’agricoltura. Con la conquista dei Castigliani attuata tra il 1464 e il 1496 i Guanci furono quasi totalmente sterminati. Già in precedenza, le isole avevano scatenato gli interessi di numerosi stati europei; nonostante l’arcipelago non fosse colmo di risorse preziose, già nel 1344 il papa Clemente VI eleggeva a Principe delle Isole Fortunate, il cugino del Re di Portogallo, don Luis de la Cerda, innescando così l’invidia dei Castigliani che circa 100 anni dopo si interessarono alla conquista delle isole Canarie.

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